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Square Enix continua ad oliare la macchina nostalgica dei classici del passato, questa volta portando sulle nostre console un titolo che debuttò sul mercato nord americano nel 1998, e che per motivi a noi ignoti non arrivò mai nel vecchio continente.

Da diverso tempo la compagnia giapponese è impegnata in un’operazione di revival della serie JRPG Makaitoushi SaGa, sorta di seguito apocrifo del secondo capitolo di Final Fantasy che, nel caso non ne foste a conoscenza, era un videogioco con alla base una filosofia molto differente da quella del capitolo precedente e di quelli successivi. La serie di Saga (conosciuti dagli appassionati come SaGa) incorpora in sé elementi presi in prestito dai giochi di ruolo occidentali, offrendo al contempo pieno controllo sulla gestione del proprio gruppo di avventurieri e linee narrative che fanno solamente da sfondo a una libertà esplorativa praticamente impareggiata nel panorama dei notoriamente linearissimi giochi di ruolo di matrice nipponica.

Saga Frontier non faceva eccezione e portava per la prima volta su PlayStation le visioni sperimentali di Akitoshi Kawauzu, nome che al pubblico occidentale potrebbe non dire molto, ma che in Giappone è ricordato per essere uno dei volti principali dietro ad alcuni dei titoli più sperimentali di Square, come Legend of Mana, Final Fantasy Crystal Chronicles e il già citato secondo capitolo della serie JRPG per antonomasia di Square. Le prime iterazioni di Saga pubblicate su Game Boy e arrivate in Nord America con il nome di Final Fantasy Legend riprendevano di fatto le intuizioni del combat system di quest’ultimo, ipotizzando un sistema di gioco in cui al posto delle classi – uno dei capi saldi della serie Final Fantasy, di fatto spudoratamente “preso in prestito” da Dragon Quest III – prevedeva diverse tipologie di avventurieri divisi per razze, ognuna con caratteristiche e meccaniche di crescita differenti. Solamente con la successiva trilogia di Romancing Saga, pubblicata su Super Nintendo per il solo pubblico giapponese, quelle che in origine erano semplici sperimentazioni per differenziare SaGa dall’ampia produzione di titoli JRPG prodotti all’epoca furono esplorate con maggiore successo, tanto da dare forma nel tempo ad alcuni dei pilastri su cui ancora oggi i suoi capitoli poggiano le fondamenta.

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