Final Fantasy e sparatutto Battle Royale: un accostamento per molti impensabile, ma che alla prova dei fatti si sta rivelando molto più interessante di quanto potessi realisticamente preventivare solamente qualche mese fa.

Con l’arrivo sugli store digitali di iOS e Android di Final Fantasy VII: The First Soldier, si apre così un nuovo capitolo dell’ormai sempre più ampia “Compilation of Final Fantasy VII“, un progetto di rilancio del settimo capitolo della saga JRPG di Square Enix che a partire dai primi anni 2000 ci ha regalato diversi spin-off pubblicati per console Sony, un film in Cgi e un Remake che, per molte ragioni, può essere considerato anche un prosieguo della storia partita nel 1997 sulla PlayStation dell’era 32bit, racchiusa negli ormai leggendari 3 CD-ROM che componevano l’avventura di Cloud, Tifa e soci.

Come dicevo, a dispetto di quanto potessi in cuor mio credere – e immagino che lo scetticismo fosse condiviso da molti dei nostri lettori di IGN Italia – Final Fantasy VII: The First Soldier s’incastona perfettamente nel panorama dei videogiochi battle royale per smartphone, seguendone pedissequamente la formula ormai resa nota anche ai sassi dal sempreverde Fortnite (e il suo illustre cugino, PlayerUnknown’s Battlegrounds) e riuscendo al contempo ad apportare alla formula una serie di interessanti meccaniche dal sapore RPG.

In sole due settimane The First Soldier è riuscito a totalizzare oltre un milione di download a fronte di un’esperienza offerta in chiave free-to-play, ma il cammino per raggiungere i traguardi dei videogiochi battle royale di maggiore successo è decisamente in salita. Tuttavia, quel che c’è da riconoscere al nuovo nato in casa Square Enix – nato da una collaborazione con l’azienza giapponese Ateam.inc, già nota per diversi titoli mobile tratti da franchise famosi, come quello di Hatsune Miku – è che a dispetto dei precedenti esperimenti action in salsa shooter della serie (come ad esempio il tanto vituperato Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII per PlayStation 2) sembra cogliere gli aspetti vincenti del genere e farli propri: una sfida dall’esito tutt’altro che scontato.

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