Nel caso vi foste del tutto persi una delle saghe più hardcore di sempre del genere ruolistico nipponico, Etrian Odyssey Origins Collection costituisce senz’ombra di dubbio un’ottima chance per farne la conoscenza. La saga, nata in seno ad Atlus tra il 2007 e il 2008 e pubblicata inizialmente per Nintendo DS, da sempre rappresenta un appuntamento imprescindibile per gli amanti dei dungeon crawler. Il suo fascino consiste soprattutto nella “sottrazione” di tutti quegli elementi che hanno arricchito l’esperienza dei giochi di ruolo moderni e nel ritorno ai minimi comuni denominatori dell’esperienza cosiddetta RPG: un gruppo di avventurieri, un sistema di classi e tanti piani di un labirinto da affrontare uno dopo l’altro, mappando di volta in volta l’ambiente circostante per raccapezzarsi attraverso una lunga esplorazione. Non più di questo.

Etrian Odyssey Origins Collection include i primi tre capitoli della serie nella loro versione originale, riadattati per essere apprezzati su un unico schermo. Vorrei poter elogiare le nette differenze fra le tre esperienze, ma in tutta onestà il pacchetto è molto omogeneo in quanto a offerta ludica. In Etrian Odyssey i primi momenti di gioco sono sempre molto simili: qualche riga di narrazione atta a raccontare il contesto in cui ci si muove, e si entra subito nel vivo della navigazione tra i menu, che rappresentano l’esplorazione della città base di turno. Così, dopo aver visitato la gilda degli avventurieri, la taverna presso la quale accettare missioni secondarie, il classico negozio presso cui vendere le ricompense raccolte di battaglia in battaglia, si arriva infine a calcare virtualmente i corridoi sconosciuti di labirinti composti da decine di piani, in compagnia di un gruppo di avventurieri creati per l’occasione. L’obiettivo? Uscirne vivi, naturalmente. E vi assicuro che non è mai semplice.

Il resto dell’articolo è disponibile su IGNItalia.it.