Poter tornare a mettere le mani su un classico del genere JRPG in occasione di una ripubblicazione in alta definizione è sempre un lieto evento, ammettiamolo. Al di là delle solleticazioni nostalgiche alle quali potrebbero essere suscettibili i giocatori più attempati come il sottoscritto, queste operazioni di vero e proprio recupero storico risultano perfette per coloro che volessero riscoprire produzioni che nelle generazioni passate finirono per definire e influenzare l’evoluzione di un dato genere videoludico. Ed è così che si dovrebbe approcciare Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster, con il gusto della (ri)scoperta di un classico dell’era PlayStation 2, da noi in Europa noto col nome di Lucifer’s Call.

Non esagererei se mi spingessi a dire che molti appassionati del genere vedono nella terza iterazione della serie Shin Megami Tensei uno dei migliori videogiochi disponibili per PlayStation 2, console già nota per l’alto numero di esclusive di gran rilievo. Se oggi possiamo (ri)valutarne le sofisticate atmosfere oniriche e l’eccellente sistema di combattimento a turni, è quasi sicuramente grazie alla crescente popolarità del suo spin-off, la ben più nota saga dai toni adolescenziali, Persona. E se vi steste accostando al nuovo remaster di Atlus proprio spinti dall’amore per l’intricato sistema di relazioni ipotizzabili con i comprimari del JRPG a tema scolastico, o per l’inconfondibile stile di Kazuma Kaneko al monster design – il cui pittoresco pantheon di creature e divinità, ricordiamolo, è condiviso da tutti i videogiochi legati al mythos di Shin Megami Tensei – è giusto fare una doverosa precisazione. Shin Megami Tensei è un JRPG del filone “dungeon crawler” proprio come l’altra fortunata serie di Atlus, ma pone l’accento su un gameplay complesso che lascia davvero poco spazio ai momenti da romanzo di formazione tipici delle ultime tre iterazioni di Persona, le cui note e verbose fasi diegetiche, figlie della sua palese ibridazione al genere visual novel, ne rappresentano un elemento distintivo.

Il resto dell’articolo è disponibile su IGNItalia.it.